Si è dimesso il papa. Senza ipocrisie: siamo molto felici.

papa ratzingerNon saremo ipocriti: le dimissioni di Papa Benedetto XVI ci riempiono di immensa felicità.

Si ritira, finalmente, a vita privata una figura che non faticchiamo a considerare spargitore di odio.

È persino superfluo, anche se sarebbe forse utile, ripercorrere gli infiniti interventi che Ratzinger ha dedicato agli omosessuali. Già anni prima di diventare papa.

Dal “disordine morale” con cui divenne famoso da Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede fino all’accusa agli omosessuali di essere “un attentato alla pace” il suo pontificato si è caratterizzato per il silenzio imbarazzante sui crimini umani e sul roboante, insistito, morboso interesse per gli omosessuali e le unioni omosessuali.

Non ci consideriamo anticlericali di professione e abbiamo sempre cercato di non far influenzare la nostra attività politica e civile dalle incursioni della Chiesa Cattolica semplicemente non considerandole. Poi però c’erano quelle volte in cui il segno era passato, in cui non si trattava più di interventi o ingerenze ma le parole erano offese e cancellazione della dignità stessa delle persone.

Erano le volte in cui Papa Benedetto XVI tornava Ratzinger e si metteva al livello di un La Russa qualunque o di una Mussolini sbraitante. Usando parole che senza remore definirei di odio contribuendo non solo al rallentamento del dibattito italiano sui diritti, ma dando fuoco ai non troppo sopiti interventi e animi omofobi.

Non speculeremo sulle tante voci, sui tanti rumors, sulle dicerie sul suo orientamento sessuale.

Addio Joseph. Non rimpiangeremo il tuo pontificato e ti ricorderemo per le tue scarpette rosse e i cappelli buffi.

Daniele Viotti

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