Padre nostro aiutaci tu…

Riportiamo di seguito il pensiero di uno dei nostri volontari, Mattia Surroz, che crediamo possa serenamente essere condiviso.

The Voice, il talent show dal successo planetario conclude la sua seconda edizione italiana. La principale attrattiva del programma è stata sin da subito la presenza, tra i concorrenti in gara, di tale suor Cristina, affibbiata ironicamente all’ex ragazzaccio  del rap J Ax.

Appena ne ho sentito parlare (era impossibile evitare la notizia, è rimbalzata su ogni social network e sui tabloid di mezzo mondo) ho pensato, senza neppure averla sentita cantare, che avrebbe vinto. Un pensiero scontato, che si è effettivamente avverato. Sono perfettamente consapevole che la tv, soprattutto quella di  oggi, abbia bisogno dei “casi”, per funzionare. Si va dal disabile spiato 24 ore al giorno alla bruttona dalla voce sorprendente, e questa è una legge del mercato che eviterei di sindacare.

Una suora, in Italia, in una trasmissione nazional popolare sapeva di novità (il cappuccino Padre Cionfoli non se lo ricorda di certo nessuno), gli ingredienti perchè se ne parli e straparli ci sono tutti e avrei anche potuto apprezzare, o almeno tenera bada  le mie antipatie verso la Chiesa. Poi l’ho  sentita cantare, e mi sento libero di poter dire che se non avesse avuto un velo in testa la sua voce non l’avrebbe portata da nessuna parte, e sarebbe rimasta in qualche coro perchè conosco decine di voci e personaggi molto più meritevoli di un contratto on la Universal. Ma appunto, una suora in un talent fa audience, e allora teniamocela. Ridiamo pure delle consorelle che si scatenano su improbabili cover, quello è puro camp, irresistibile. Come previsto la suora trionfa , siamo in Italia e spiegarvi perchè è successo mi sembra un po’ come spiegarvi come mai l’acqua sia bagnata. Poi, l’inatteso. Suor Cristina, vincitrice da pochi secondi, con piglio fermo,  annuncia di  voler  pregare, e invita tutto lo studio a farlo con lei, tenendosi per mano. E lo fa, in un’atmosfera imbarazzata e imbarazzante. Dice esplicitamente che vuole che Gesù entri in quello studio. Vorrei farle notare che lei lo ha già esposto a sufficienza, al collo, con la sua presenza, con il suo modo,  il suo Gesù. La preghiera non soltanto era fuori luogo, ma l’ho vissuta come l’ennesima ingerenza. Non so voi, ma io mi sono rotto il cazzo che ad ogni sbadiglio del Papa interrompano qualunque trasmissione, che la televisione pubblica ci propini ore e ore di diretta di quello che è fondamentalmente catechismo. E ora che le suore preghino in diretta durante la finale di un talent show. La Costituzione italiana dice che siamo un paese laico. Benissimo, allora smetto di borbottare, ma esigo che la prossima edizione di x factor la vinca un Imam dall’ugola mediocre, e che costringa Mika e Morgan ad inginocchiarsi in direzione della mecca quando sarà proclamato vincitore.

1 commento
  1. Marco dice:

    Mi dispiace leggere di queste critiche ma, come si dice, il mondo è bello perchè è vario.

    Forse semplicemente ho scoperto “The Voice of Italy” quest’anno dopo il festival di Sanremo (anch’esso molto criticato ma anch’esso mi è piaciuto e l’ho seguito – quest’anno – ) e non mi sono fatto nessun aspettativa ma semplicemente ho lasciato le orecchie seguire la musica e ho lasciato che le immagini della simpatia di Noemi ma anche di altri personaggi e situazioni, mi cullassero con la loro melodia.

    Non dev’essere semplice per Cristina dover gestire tutte le critiche di chi non è con lei o trova qualcosa da contestare, personalmente l’ho trovata una ragazza con coraggio, delicata e che ha tirato fuori delle belle parole e delle buone motivazioni un po’ diverse dal solito.

    Non mi trovo d’accordo con quanto riportato qui ma sono certo che ci saranno sempre le due schiere, coloro che sono contenti della vincita, coloro che ne sono neutri cioè non gli fà nè freddo e nè caldo e coloro che infine, si sono trovati delusi o irritati per un altra falla televisiva che personalmente, per me non c’è.

    Sono solo punti di vista.
    Marco.

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