La bontà delle teorie riparative

Negli ultimi tempi spesso si sente parlare di teorie riparative. Queste teorie sono oggetto di studi e di dibattiti molto aspri nella comunità scientifica, in quella religiosa ed in quella dell’associazionismo omosessuale. Lo scontro verte principalmente sulla possibilità di incidere pesantemente su alcuni aspetti della natura umana. In questi dibattiti lo scontro avviene spesso in termini di analisi concreta dell’effettiva possibilità di cambiare aspetti che alcuni ritengono fondamentali del proprio “essere”. Proprio in vista del contestato seminario di Milano del prossimo 17 febbraio 2015 sulla “Famiglia tradizionale” riteniamo opportuno una breve riflessione.

Spesso queste teorie sono criticate perché basate su esperienze e fondamenti non scientificamente provati, ed in alcuni casi decisamente contrari all’etica. La critica assoluta sulle terapie riparative spesso è intransigente, se non a volte addirittura “talebana”: è necessario chiedersi se una l’applicazione di una teoria riparativa può risolvere alla radice il problema. Come Quore noi siamo di questa posizione e pensiamo davvero che le teorie riparative del razzismo su base omofobica possano trovare un’applicazione pratica, e ottenere risultati in grado di migliorare la vita di tutti gli omofobi che soffrono della loro condizione. Principale caratteristica di queste teorie è il sarcasmo, che applichiamo anche in questo breve articolo, come metodo continuo di lotta contro ogni forma di integralismo.

Questi i nomi dei simpatici omofobi e a presto anche le loro facce.

 

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