Happy Coming Out Day

Vagando su internet ho scoperto che oggi, 11 ottobre , è la giornata mondiale del Coming Out; tutti noi omosessuali, accettati e dichiarati, appena sentiamo questa parola rievochiamo nella nostra mente i nostri personali momenti, quelli più carichi emotivamente, in cui abbiamo fatto parola con colleghi, amici, parenti e genitori del nostro orientamento sessuale più o meno impauriti della reazione che potesse scaturire dai nostri interlocutori.

Il mio coming out familiare avvenne il 7 gennaio alle ore 13,35 di due anni fa: ogni volta che racconto questo momento nelle classi delle scuole in cui faccio attività formativa e di testimonianza, penso a quanto ero diverso prima di quel giorno.fare-il-coming-out

Come tutti, d’altronde, questo momento ha rappresentato un passo per la propria accettazione, una linea di confine; auspichiamo sempre che l’orientamento sessuale non pregiudichi la vita dell’individuo, non condizioni il suo comportamento e le sue dinamiche relazionali ma tutti sappiamo come questo non sia vero, quante persone ci dicono : “a me non fa differenza, ho tanti amici gay!”, ma poi ti vedono con occhi diversi, si vergognano di te o del fatto che tu possa ostentare il tuo interesse, come se essere omosessuale significasse vivere una vita da “pride”, solo paillettes, lustrini e coreografie.

Non voglio scrivere cose banali, argomenti che chiunque legge questo blog conosce a menadito, ma raccontare quello che molti ragazzi delle Scuole Superiori, dopo aver sentito il mio intervento mi hanno scritto per mail, confidandosi con me e, lo confesso, facendomi anche sentire un pò in colpa poichè, anche se allertati continuamente durante il mio discorso, la mia esperienza positiva li aveva indotti a raccontarsi pubblicamente nell’arco di pochi giorni.

Giulia è la ragazza che più mi ha colpito e vorrei riportare un pezzo della sua lettera :

“[..] Venerdì ho fatto coming out davanti a 3 classi. Sinceramente? Lo rifarei ogni singolo giorno. Non mi pentirò MAI di ciò che ho fatto e sai cosa c’è? La situazione sta migliorando di giorno in giorno  la vita a scuola è più tranquilla e gli sguardi che ricevo non sono di disprezzo,anzi. Perciò grazie per avermi aiutata ad avere il coraggio che finora non avevo mai avuto. Grazie per avermi aiutata a capire che essere omosessuale è una fortuna, non un difetto da nascondere. Ricordo tutt’ora lo sguardo che avevi nel leggere il mio biglietto e nel vedere che apparteneva a me mentre mi alzavo davanti a tutte quelle persone…era lo sguardo di chi sapeva cosa si prova in quel momento. Il cuore è a mille,ti chiedi cosa succederà dopo quell’azione,se tutto andrà bene…ma poi c’è qualcuno pronto a stringerti la mano e dirti di stare tranquilla perchè sarà al tuo fianco e a quel punto ti rendi conto di essere libera di un peso che ti sei portata dentro per troppo tempo.[..]”

Devo confessare che il messaggio mi rallegrò di gioia fino a che, qualche settimana dopo, non ricevetti queste brevi righe:

“[..]Ho detto a mia mamma ciò che sono veramente. Il risultato? Ho un ginocchio nero perchè mi è arrivata addosso una sedia a seguito di una lite. Sono a pezzi,mi sento una stupida per averglielo detto…[..]”

hdist-coming-outSinceramente non pensavo esistessero ancora situazioni così, ovviamente sono a conoscenza di genitori che non vogliono sapere, che non ti parlano più, che pensano tu sia malato e allora chiamano psicologi e psichiatri nella speranza di “curarti” ma speravo che, almeno nel 2012, il tempo delle violenze fisiche scaturite dall’ essere se stesso fosse finito. Quando un ragazzo, un  figlio, dice al proprio genitore di essere omosessuale sta affrontando un discorso talmente carico di pathos e di emotività che le reazioni di un padre e di una madre, che amano suo figlio e lo vedono in difficoltà non possono risolversi in una violenta colluttazione. Se ami tuo figlio, non dovresti volere ESCLUSIVAMENTE la sua felicità, anche a scapito delle tue aspettative e della tua ignoranza sul mondo LGBT?

A volte anche gli amici possono non essere così comprensivi; quando feci coming out con la mia migliore amica, quella che conoscevo da più di 7 anni e con cui avevo condiviso qualsiasi cosa, ricevetti una lettera in cui vi era scritto: “Tu per me sei morto, mi hai mentito troppe volte”. Alla faccia di “chi trova un amico, trova un tesoro”!!

Domenica, una ragazza del Gioberti, qualche mese fa mi scrisse:

“[..]Credevo di aver superato la fase “cristo, tutte le mie amiche sanno che sono lesbica”, ma a quanto pare non è così. Perchè non solo sanno cosa sono (tra l’altro, senza che lo abbia dichiarato io. Prima mi hanno fatto outing, lo sono venuta a sapere e poi sono stata costretta a dire tutto), sanno anche chi è la ragazza che mi piace.

Lei è un’amica carissima, fa parte del gruppo, ed era l’unica a sapere di me perchè mi ero anche dichiarata. Non ne ha mai fatto un dramma, e so che non è stata lei a dirlo ai quattro venti.
Solo che ora, anche se sono passati mesi e mesi dal pettegolezzo sul mio conto, ogni volta che le parlo mi trovo a dover sostenere lo sguardo delle altre, o anche la loro presenza: o mi guardano male, come se le stessi saltando addosso pubblicamente, o si intromettono direttamente.
Questa storia mi sta mandando in paranoia, non so se dovrei parlarne con loro. Parlarne significherebbe ammettere che è vero, lei mi piace, e magari poi potrebbero usarlo come scusa per allontanarmi… non lo so, mi fa troppo paura questa prospettiva.
Non posso parlarne con nessuno di amico, per quel motivo. Forse con lei, ma anche qua ho paura di come potrebbe reagire…[..]”

Domenica non mi ha più scritto da allora.

Ad ogni persona che legge questo articolo, etero,  omosessuale, queer, trans, bisex  vorrei “passare” quello che dico ad ogni ragazzo che viene da me, si confida, quasi sperando che con la bacchetta magica possa risolvere tutto, palesando un assoluto bisogno di raccontarsi, di trovare un’identità che per tempo è stata nascosta ingiustamente, a volte con estrema prepotenza da un mondo ancora ricco di pregiudizi: come disse A.Einstein “Nel mezzo delle difficoltà, si cela l’opportunità”, per quanto difficile, ingiusto e doloroso, facciamo in modo di essere noi stessi la nostra fedele e inesauribile opportunità.

Prima o poi, gli altri cambieranno!

Marco Consiglio

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