Festa del PD glitter

In Via Palazzo di Città, sede degli uffici della festa del PD, questa mattina era tutto una pacca sulla spalla e un sospiro di sollievo. La pericolosa dodicesima giornata della Festa, quella dedicata alle tematiche gay, lesbiche e transessuali alla fine è passata senza imbarazzi e spargimenti di rimmel.

Non si sa quanto consapevolmente ma in effetti l’evento era storico: per la prima volta la Festa Nazionale del PD (ma anche prima alle feste dei DS e della Margherita si era mai visto nulla del genere) la presentazione del libro, il dibattito e lo spettacolo principali erano a tema: una vera e propria prima serata con i glitter.Certamente in tutto questo, almeno nel far coincidere gli eventi, c’è lo zampino di Andrea Benedino che ieri sera, ancora una volta, raccoglieva le invidie e i mugugni dei compagni di partito.

Una serata come quella di ieri a Torino la si vede solo in occasione dei Pride: gay e lesbiche, cittadine e cittadini solidali, giovani, anziani e curiosi. E come al solito Torino ha risposto in modo ormai non più sorprendete: migliaia di persone hanno affollato i dibattiti e l’arena degli spettacoli.

Tra questa moltitudine si segnalava, però, un politico locale: Gioacchino Cuntrò. Il quale si aggirava tra drag queen e ballerini semi nudi con la stessa famigliarità con cui si aggira, di solito, tra le cento correnti del PD torinese.

La Festa finirà tra pochi giorni. I dibattiti seri saranno un ricordo, le lezioni delle 22 rimarranno nei nostri taccuini degli appunti importanti, i libri finalmente verranno letti. E Cuntrò e tutti gli importanti esponenti politici torinesi potranno tornare, finalmente, a pensare alle cose serie cui di solito si dedica il Partito Democratico di casa nostra: per esempio come strutturare un ragionamento credibile per dire che è meglio che ci governi Cota piuttosto che rivedere la Bresso alla presidenza della Regione. O quale strategia adottare per impedire che un esponente del PD, magari giovane e fuori dalle correnti,possa essere il candidato a sindaco di Torino. O ancora, come impedire a Chiamparino di essere visto come possibile leader nazionale del Centrosinistra. O, infine e soprattutto, come continuare a tenere in vita la vecchia dirigenza e affossare le nuove leve.