Torino tra laicità e l’ospitata della Santa Sede al salone del libro

E’ di ieri la notizia che l’Edizione 2014 del Salone del libro di Torino avrà come ospite d’onore la Santa Sede. Non siamo realmente convinti che in un momento in cui assistiamo a nuovi ma sempre attuali attacchi alla laicità dello stato e all’intromissione cattolica nella vita e nel pensiero dei cittadini e delle cittadine italiane, avere come ospite d’onore la Santa Sede sia proprio una grande idea. Crediamo, grazie ,  che la migliore risposta possa venire da quegli Enti Culturali del territorio che hanno aderito e partecipano al nostro Progetto, Friendly Piemonte – Omofobia No Grazie.

Di seguito il comunicato stampa.

L’Università degli Studi di Torino, la Scuola Holden, il Museo Nazionale del Cinema, La Fondazione Teatro Regio, la Fondazione Teatro Stabile di Torino, la Fondazione Museo delle Antichità Egizie, Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, l’Archivio Storico e il Teatro Araldo,

dicono NO alle discriminazioni ed aderiscono al progetto:

“FRIENDLY PIEMONTE. OMOFOBIA, NO GRAZIE!”

Sono davvero molti, a circa due mesi dall’avvio del progetto, gli enti culturali che hanno deciso di aderire a “Friendly Piemonte. Omofobia, no grazie”. L’iniziativa ideata dall’ associazione Quore, che unisce turismo e lotta alle discriminazioni, promossa in collaborazione con Ascom Torino e con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte e di 15 Comuni dell’area metropolitana torinese, cerca, attraverso la distribuzione delle vetrofanie “Omofobia No Grazie”, di diffondere il rispetto delle differenze, contrastando l’omofobia e rendendo il territorio più accogliente e attrattivo. Lo slogan è comprensibile anche per il turista straniero, diventando un segnale distintivo per il viaggiatore LGBT, che nella scelta della sua meta di viaggio, privilegia luoghi che sostengono, accolgono e valorizzano le differenze.

L’attenzione della Cultura Torinese dimostra che è giunto il momento in cui tutta la società si interessi e risolva il problema delle discriminazioni e dell’omofobia usando un punto di vista, per una volta, non omosessuale.

In un contesto di criticità come quello attuale, dove la formazione e l’istruzione continuano ad essere oggetto di attacchi quotidiani, di particolare rilievo sono le parole del Rettore Prof. Ajani che pone l’accento su una visione positiva e inclusiva, associando al “mondo” della cultura, il “mondo” delle nuove generazioni, al fine di migliorare non solo ciò che è ma ciò che sarà:

Partecipiamo a questo progetto con convinzione.- così si è espresso il Rettore, Gianmaria AjaniL’ Università riveste un ruolo importantissimo, sociale e culturale, soprattutto nel territorio in cui sorge, ed è uno strumento formativo per superare ogni discriminazione. Il nostro Ateneo è da molto tempo attivo nella promozione di una cultura di parità e di azioni positive per assicurare la piena realizzazione di pari opportunità nello studio e nel lavoro”.

L’ultimo placet, ma solo in ordine di tempo, è arrivato da Scuola Holden, scuola di storytelling e performing, conosciuta ormai a livello internazionale, si è unita a questo esperimento unico in Italia, esponendo nella sua sede la vetrofania con il logo della campagna di comunicazione. Il Direttore Operativo Lea Maria Iandiorio dichiara: “Le scuole, tutte, hanno il dovere di combattere l’omofobia. La lotta all’omofobia è una lotta culturale. La Scuola Holden da tempo appoggia e realizza iniziative che usano la narrazione come strumento che facilita e potenzia la comprensione e l’educazione alla diversità. La Scuola Holden è una scuola in cui si insegna ai giovani a narrare, in tante forme diverse presentando loro tanti punti di vista diversi, e dunque è consapevole del potere che la narrazione ha in generale e in particolare, in questo caso, nel rompere gli stereotipi diffusi nei mezzi di comunicazione. La Scuola Holden aiuta i giovani a guardare il mondo e a raccontarlo nella sua potenzialità. Non ci piacciono personaggi e trame caricaturali. Non ci piacciono le parole non pensate. Pensiamo che ogni autore e ogni persona abbia la sua voce.”

Con l’adesione del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana (uno dei più visitati in Italia), il Direttore, Alberto Barbera, spiega: “La diversità è fonte di straordinarie opportunità in tutti i campi e le esperienze umane, salvo quando si trasforma in principio di discriminazione sessuale, etnica o religiosa. La cultura del rispetto si insegna e si apprende, opponendo resistenza ai tanti cattivi maestri che operano per dividere e oltraggiare. Nessuno si senta esonerato dal contribuire a questo imperativo di civiltà.”.

La dichiarazione del sovrintendente del Teatro Regio Walter Vergnano, ci porta nel futuro con la considerazione: “Sarà un giorno migliore quello in cui non verrà più chiesto a nessuno di scrivere un messaggio per appoggiare una campagna contro la discriminazione, sia essa di natura razziale, religiosa o in base all’orientamento sessuale. Per me è fondamentale la cultura del rispetto, e se qualcuno è diverso da me non è né meglio, né peggio, anzi, sono sempre state le differenze a porre le basi per lo sviluppo delle civiltà. Facciamo un ulteriore passo in questo senso.”

Entusiastica anche l’adesione del Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea, la cui Direttrice, Beatrice Merz, ha accolto con grande piacere la proposta di entrare a far parte del progetto, affermando: “La forte funzione inclusiva dell’arte e il dialogo che ad essa si accompagna sono da sempre al centro dei nostri discorsi e programmi. La nostra stessa natura ci ha portato nel tempo a considerare che diritti e uguaglianza sono battaglie culturali mai vinte una volta per tutte, sulle quali ciascuno è chiamato a vigilare e contribuire per se stesso e per gli altri. Quindi ben vengano tutte le iniziative nella direzione dello sviluppo di una nuova civiltà più avanzata, più giusta e rispettosa di tutti, alle quali noi aderiremo sempre con entusiasmo. Il Museo è orgoglioso di partecipare a questo progetto”. E così, da ora in poi, le decine di migliaia di persone che ogni anno visitano la collezione e LE MOSTRE TEMPORANEE sapranno che il museo accoglie, DA SEMPRE, tutti nello stesso modo e non ammette nelle sue sale discriminazioni di alcun tipo.

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