Non ci accontenteremo!

Il referendum in Irlanda rappresenta, per le varie sentinelle e la destra reazionaria, uno schiaffo. La gente, anche in un paese di forte cultura cattolica, ha dimostrato come la ragione sia sempre più forte di ogni credo. Lo insegna la storia, anche nei periodi più bui, e lo sta insegnando in questo momento anche il presente di questa Europa persa tra i propri conti della spesa e sempre più lontana da quell’idea di comunità che ha creato più di 20 anni or sono l’Unione Europea.

Questo referendum, il cui risultato ha travolto anche l’Italia in un sabato primaverile, dove in alcune piazze i peggiori omofobi hanno pensato che era giusto manifestare il loro diritto ad essere indiscutibilmente “stronzi”, tocca nelle corde e deve far pensare anche gli omosessuali ed i politici più riformisti di questo paese.

Noi stiamo discutendo da settimane, in maniera quasi “almodovariana”, di un Disegno di Legge (il cosiddetto D.L. Cirinnà), che preso anche nella sua versione originale, farebbe sorridere la maggior parte dei politici dell’intera Unione Europea. Stiamo facendo una discussione che riguarda questioni ormai acquisite in alcuni paesi di questo continente da almeno 20 anni… stiamo quindi discutendo del nulla. Perché la storia di oggi, la vita di oggi, ha ampliamente superato quel dibattito, restituendo a quel Parlamento che si erge a paladino del diritto, un paese avanti quasi mezzo secolo più di lui. I dibattiti che in queste settimane la Senatrice Cirinnà ha dovuto sostenere in televisione, contro menti acute che non citiamo perché solo il nome infastidisce, farebbero ridere a crepapelle anche il “comunista” Cameron che dalla destra del Regno Unito ha promosso, fatto votare ed ottenuto, il matrimonio egualitario in uno stato storicamente conservatore e che ancora ha una monarchia, orpello da noi superato da almeno 70 anni.

Qualsiasi cosa esca da questa discussione senza senso, qualsiasi sia il Disegno di Legge che alla fine il nostro Parlamento si troverà ad approvare sappiate tutti fin da ora che sarà troppo poco. Anzi sarà niente. Sappiate che nessuno festeggerà, perché non ci sono mediazioni sui diritti, non esistono le mezze misure e non esiste una mediazione su ciò che tocca nel più intimo la vita di cittadine e cittadini di questo paese. Qualsiasi cosa voterete sarà lontana da noi, dai nostri bisogni, sarà anni luce di distanza da ciò che è semplicemente giusto: e giusto per tutti, anche per chi non è gay, lesbica, bisessuale o transessuale. Giusto solamente perché qualsiasi altra cosa è una mediazione al ribasso, ed oggi sui diritti (che non costano nulla a nessuno) le mediazioni non sono più accettabili.

Se è vero come dice il nostro illuminato Presidente del Consiglio che avremo una prima lettura ed approvazione del Disegno di Legge oggi in discussione al Senato entro l’estate, preparatevi fin da ora a gioire da soli di quanto farete, perché l’unico traguardo che noi accetteremo e che vorremo festeggiare ha due semplici nomi: matrimonio egualitario, estensione della Legge Mancino ai reati di omofobia. La mediazione finisce qui. Viva l’Irlanda, viva l’uguaglianza.

Piero Pirotto

 

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